Deruta,
graziosa cittadina nel cuore verde dell’Umbria, sorge su una collina ai piedi di un sistema di rilievi coperti da una fitta macchia mediterranea, naturale divisione tra l’ampia e fertile pianura del Tevere e parte della Valle Umbra. Il territorio comunale va dai 170 metri s.l.m. della zona del “Borgo” ai 400 metri della frazione di Castelleone, fino ai 650 metri di Perugia Vecchia, da dove si gode un ampio e suggestivo panorama che va dal Monte Peglia fino a Perugia, da cui dista 15 km, spaziando dalla pianura del Tevere alle colline antistanti.
E’ nota in tutto il mondo per le sue preziose ceramiche di antica origine e le numerose testimonianze, custodite nei più importanti musei o nelle collezioni private, documentano come la ceramica sia stata prodotta senza soluzione di continuità, dal Medioevo ad oggi e come, specie tra i secoli XV e XVI, sia diventata uno straordinario fenomeno di monoeconomia grazie alla laboriosità e competenza degli artigiani del luogo.
Il nome nasce come variante di “Diruta”, cioè “rovinata”, in riferimento alla fuga dei perugini dalla loro città, incendiata da Ottaviano nel 40 a.C. durante la guerra civile che lo vide opporsi a Lucio Antonio. Gli abitanti della città distrutta, “diruta”, si stabilirono sul colle dell’odierna Deruta, che prese il nome di “Perugia vecchia”.
LA STORIA…….
40 a.C.
il saccheggio di Perugia al tempo delle guerre civili provoca la fuga dei cittadini dalla città diruta, “distrutta”, sul colle dove sorgerà il nuovo abitato.
1040
compare per la prima volta nei documenti dell’abbazia di Farfa il nome Diruta.
1221
i documenti attestano che Deruta, pur dominata da Perugia, ha la facoltà di nominare un podestà, e gode quindi di una certa autonomia.
1299
compare la prima testimonianza scritta sulle ceramiche di Deruta.
1312
contro le milizie imperiali di Arrigo VII, Perugia dispone un rafforzamento delle difese di Deruta.
1370
l’esercito della Chiesa, per riportare sotto la propria egemonia le città ribelli dell’Umbria, tra cui Perugia, ne invade i possedimenti devastando anche Deruta.
1451
sono restaurate le mura cittadine; nel 1465 viene emanato il nuovo Statuto comunale in volgare.
1540
durante la “guerra del sale”, Deruta sostiene lo Stato pontificio che, sedata la rivolta dei perugini, garantisce al borgo un periodo di relativa pace, nel corso del quale la produzione di maioliche raggiunge il massimo sviluppo.
1814
viene restaurato il governo pontificio dopo le brevi parentesi napoleoniche (1798-1800 e 1809-14).
1860
con l’Unità d’Italia termina il lungo periodo di sottomissione allo Stato della Chiesa.
LA CITTÀ……
La struttura della cittadina si compone di un nucleo storico e di un ampio settore abitativo e industriale, sviluppatosi in questi ultimi anni parallelamente alla direttrice stradale E 45. L’accesso al centro storico si ha mediante tre porte che si aprono lungo la medioevale cinta muraria.
Si entra nel centro storico dalla porta di Sant’Angelo, ai cui lati si notano resti delle mura di cinta.
Poco più avanti sono visibili le strutture di alcune fornaci del Cinquecento.
La fontana a pianta poligonale del 1848 ci accoglie in piazza dei Consoli, che ha forma allungata e ospita i principali edifici pubblici e religiosi.
L’odierno palazzo municipale, al cui interno si trova anche la pinacoteca comunale, è l’antico Palazzo dei Consoli, sobria architettura trecentesca rammodernata nel XVIII secolo lasciando inalterate le bifore ogivali che, con il portale, abbelliscono la facciata. Nell’atrio, reperti archeologici romani e medievali. La torre trecentesca ha bifore in stile romanico.
Attraversando tutta la piazza si arriva in “Largo S. Francesco” dove si affaccia il complesso francescano, ossia il convento, fondato nel 1008 dai Benedettini (vi morì nel 1264 Papa Urbano IV) e la chiesa di San Francesco, in stile gotico, restaurata e consacrata nel 1388 dopo un terremoto che l’aveva quasi distrutta. Molto bella la facciata della chiesa in pietra arenaria con il portale ogivale e l’elegante rosone in pietra bianca e dorata. All’interno sono conservate tracce di affreschi realizzati tra XIV e XVI secolo. Notevoli l’affresco raffigurante la Vergine e i Santi Francesco e Bernardino, attribuito a Domenico Alfani (1520) e quello di fine Trecento vicino all’altare maggiore, che ha sempre per soggetto la Madonna tra i Santi. Il campanile trecentesco è a bifore ogivali. Nel convento è collocato il Museo regionale della ceramica.
Spostiamoci ora in piazza Benincasa per visitare la chiesa di Sant’Antonio Abate, da poco tornata al suo splendore. Il primo restauro risale al 1493, l’interno accoglie affreschi umbri di Bartolomeo Caporali (Madonna della misericordia, 1480) e del più tardo Giovan Battista Caporali (Episodi della vita di Sant’Antonio Abate). Ben inserita nell’ambiente urbano è anche la chiesa della Madonna delle Piagge (1601) che reca in facciata un pannello in maiolica di Amerigo Lunghi (1929).
Opera tutta particolare, appena fuori il paese, è il santuario della Madonna dei Bagni, costruito a pianta centrale subito dopo l’evento miracoloso del 1657, originato dal ritrovamento di un’immagine della Madonna su un frammento di ceramica, tuttora custodito nell’altare maggiore. La forza della fede si esprime qui in oltre 600 mattonelle votive, realizzate dai ceramisti di Deruta su commissione dei fedeli che hanno ricevuto la grazia. Gli ex voto in maiolica (esempio quasi unico) illustrano disgrazie, malattie, incidenti risoltisi felicemente per l’intervento della Madonna.